sabato 30 agosto 2014

39. Assenze

Mi ricordo quando andavo a scuola.
Alla seconda ora qualche la professoressa segnava sempre qualcuno sul registro.
Non era venuto/a.
"Sta male", "Ha bossato", "Si è addormentato", "Boh, che cazzo mene frega a me"
Queste erano le solite frasi che verso le 9.10 si cominciavano a sentire.
Almeno così era nella mia classe.
Ma non è di queste assenze che voglio parlare.
Parlo di quelle assenze personali.
Quei momenti in cui semplicemente non ci sei più.
In pochi minuti
Tutto cambia.
Ed è come in Donnie Darko.
Il flusso.
Quella striscia di vita, di scelte che ti sta davati è così chiara
Così visibile.
Palpabile.
E ti vedi dall'alto.
E vedi tutti dall'alto.
E si muovono.
parlano
e TI muovi
e ParlI
ed è tutto così calmo.
Tutto così quieto e soprannaturale.
E neanche respiri più
Non stai vivendo.
Ti stai osservando.
E sei assente.
Assente a te stesso.
Ed è spaventosamente perfetto.
Non ci sono emozioni.
Non c'è gioia.
Non c'è dolore.
Non ci sono pensieri.
Non c'è paura.
Solo interminabili minuti di tutt'uno con il nulla.
Con la natura.
Con nessuno.
Con il vuoto.
Fino al tuo ritorno tutto continua.
Nulla si ferma.
La tua persona continua a parlare
a discutere e a camminare per la stanza
Gli altri non se ne sono accorti
E fino a quando non ritorni neanche tu riesci a capirlo.
Poi così come è arrivato il sogno svanisce.
e ritorni nel tu corpo
torni a pensare
e a muovere le mani e la bocca.
e senti nuovamente il cuore battere
senti l'ossigeno che entra nei polmoni
Senti i suoni.
E torna pure il dolore.
Perchè difficilmente ti assenti quando sei gioiosa.
E il giorno continua.

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